LA BIBLIOTECA DEL RICCO : “C’era una volta un uomo ricco e ignorante che decise di costruire in casa una grande biblioteca, perché così andava di moda all’epoca. Doveva essere innanzitutto molto bella e molto grande. Una volta costruita pensò a che tipo di libri mettere negli scaffali: pareti di libri finti oppure libri brutti a basso costo rimasti nei magazzini? In quel caso se qualche ospite illustre se ne fosse accorto l’uomo ricco e ignorante avrebbe fatto una pessima figura. “No”, disse, “che si comprino i libri migliori senza badare al prezzo, centinaia di libri interessanti di ogni argomento.” Così fu fatto ma nessuno leggeva quei libri, né l’uomo né i suoi ospiti che erano proprio come lui. Così se ne restavano uno accanto all’altro, nel silenzio, fermi, muti, inutili. Ma ci restavano solo di giorno, perché bisogna sapere che, qualche volta, i libri, soprattutto quelli belli, durante la notte si muovono. Sicchè, di notte, quei libri dimenticati scivolavano fuori dagli scaffali, e volavano silenziosi per la biblioteca, e anche per le altre stanze, agitando le pagine come ali, come eliche, muovendo l’aria, come un leggero vento. E non era un vento da niente, era un vento di lettere sonore, di parole sapienti, frasi profonde, pensieri e storie, e girava e soffiava per le stanze, e sfiorava le orecchie e le menti, anche quelle del ricco addormentato…” to be continued

Per sapere la fine di questa storia dovete sapere che la tappa fondamentale nella storia del libro manoscritto è il passaggio dal papiro al codex, il codice, che prende il nome da cadeax, corteccia, perché gli antichi si ispirarono alle tavolette di legno che si usavano a scuola. Con la nascita del codice, formato da un gruppo di pagine rilegate e cucite, nacquero i copisti che pazientemente copiavano centinaia di pagine a mano.
Siamo nel dodicesimo secolo e lentamente con la nascita delle prime università a Bologna, Padova, e Parigi il ruolo del copista, scrittore, diventa accessibile a tutti, non più solo ai monaci.
Tra queste figure troviamo anche i miniatori, artisti che con tratti piccoli e delicati decoravano le pagine dei libri per renderli più armoniosi, più preziosi, unici. La creazione delle miniature era una vera e propria arte, dovevano avere un senso ben preciso nella pagina, una posizione, un ruolo determinato anche in relazione all’eventuale proprietario del libro. Certo rispetto agli illustratori moderni il miniatore aveva meno libertà di espressione perché doveva rispettare le richieste delle ricche famiglie, ma i suoi lavori erano comunque la massima espressività della sua arte. Inizialmente furono decorate solo le prime lettere del libro ma poi andando avanti con gli anni i miniatori illustrarono intere pagine dando vita a una tappa importantissima della storia dell’illustrazione libraria.
Quando sfogliate un albo illustrato ben fatto non sentite anche voi la sensazione che l’armonia dei colori, delle linee, delle sfumature all’interno della pagina sia una vera forma d’arte, una educazione al bello che possiamo regalare ai nostri lettori. Il miniatore faceva la stessa cosa, curava personalmente i colori, si creava i pennelli con particolari peli di animali, niente era lasciato al caso, come l’utilizzo di inchiostro fatto di oro e d’argento. Per non parlare dell’invenzione delle diverse gradazioni di rosso, “miniare” significa proprio decorare di rosso.
“Perché è così importante il passaggio dal rotolo al codice, questa rivoluzione della tipologia libraria? Perché presuppone anche un’esperienza visiva diversa. Nel rotolo è il lettore che determina l’ampiezza del campo visuale, è il lettore che decide quante colonne vuole leggere, mentre il codice consente una visione simultanea di sole due pagine per volta.” (approfondimento sulla storia della miniatura)
Nel 1200 un ragazzo che andava a studiare in una delle città più colte del periodo poteva entrare nella prima biblioteca della storia e sfogliare dei libri scritti a mano dai copisti: provate un attimo a immaginare il loro stupore nel trovarsi pagine illustrate a mano dai miniatori come dei dipinti. Io paragono il loro stupore a quello di un bambino che sfoglia un libro per la prima volta nella biblioteca della sua scuola.
È ovvio, trovare un libro per noi è scontato, probabilmente abbiamo scaffali pieni di libri in casa…vediamo cosa succede al protagonista della nostra storia…
“I sogni del ricco divennero più grandi, più colorati, più delicati. E siccome i sogni sono fratelli dei pensieri, anche i suoi pensieri di giorno si fecero più ampi , sensibili, complessi, e capitò che, a un certo punto, spinto da un nuovo bisogno, il ricco iniziò a recarsi in biblioteca, a spiare i titoli dei libri, e poi a sfiorarne i dorsi con le dita e a iniziare a leggere un capitolo, due, tre e interi libri. Dopo un anno era diventato un’altra persona. Passava ore e ore nella biblioteca, a leggere, leggere, leggere. Non si stancava mai. Divenne una persona migliore. Anche il mondo migliore, perché il mondo migliora, quando migliorano gli uomini.”