“Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché per me tu sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?” William Shakespeare
Non è mai troppo presto per avvicinare l’infanzia al meraviglioso mondo di Shakespeare e un progetto del Globe di Londra di qualche anno fa ci viene in aiuto.
La Gallucci Editore ha pubblicato due libri illustrati molto belli che adattano le due opere di Shakespeare più “accessibili” alla fantasia del bambini:
Sogno di una notte di mezza estate
La Tempesta

È un modo diverso di proporre folletti e spiriti, molto lontano dall’iconografia di oggi. Leggere Shakespeare è un modo per allontanarsi dalla stereotipia che cartoni animati, YouTube, videogiochi e social trasmettono ininterrottamente immagini di scarsa qualità, impoverendo la fantasia dei nostri bambini.
Cosa può esserci di più magico di Ariel e Puck, lo spirito dell’aria e lo spirito ingannatore.

“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni…”
Ma dobbiamo alimentarli noi questi sogni…Bing e Elsa di Frozen stimolano solo i portafogli dei genitori in edicola, di certo non la fantasia dei nostri bambini.
Per i più grandi invece Einaudi ha pubblicato per i 400 anni di Shakespeare, nel 2016, una raccolta di racconti ispirati alle opere più importanti, adatti ai bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado.
Un sapiente e sempre brillante Daniele Aristarco ci regala questa raccolta mettendoci innanzitutto nella condizione di vestire i panni di William e di desiderare di incontrarlo:
“Sarebbe bello sedere con lui in una cioccolateria londinese dai vetri appannati, a godersi il dolce tepore mentre fuori piove, e poterlo ringraziare per tutta la bellezza che ci ha donato attraverso la sua opera , tanto potente e viva che si fatica a credere sia stata creata in un tempo così lontano”.

Come spiega Aristarco conoscere Shakespeare è conoscere e indagare le domande della vita e i perché a cui non sappiamo rispondere non solo noi ma soprattutto i nostri ragazzi. Possiamo provare ad aiutarli a scoprirlo alternando social e videogiochi a letture così ben scritte.
