Torte della domenica

Ricordo con immagini vivide nella mia mente i disegni di alcuni libri illustrati che mi venivano regalati quando ero bambina. Tutti sono accomunati da un dettaglio: i personaggi delle storie erano animali umanizzati o antropomorfizzati, per usare un termine tecnico. Non era solo l’aspetto, era proprio la vicinanza al nostro quotidiano a renderli vicini a noi tanto da non avere memoria di libri e storie che avessero come protagonisti personaggi in forma umana.

Mi ricordo in particolare il mondo di Richard Scarry, la Pimpa, Babar, Peter coniglio, la serie di Orsetto di Sendak, i fumetti di Ronfi e Pinocchio che altro non era che un pezzo di legno che diventa asino.

In ordine: RONFI, PIMPA, RICHARD SCARRY, PETER CONIGLIO, BABAR, ORSETTO.

Esistono due silent book che mi hanno letteralmente catapultato alla fine degli anni ‘80 metà anni ‘90. Tra le pagine di questi albi si respira un tipo di narrazione semplice ma d’impatto, che rimanda alla felicità di una infanzia essenziale con il desiderio di vedere ancora bambini e bambine alle prese con disastri, monellerie e pasticci.

Un giorno nella vita di Dorotea Sgrunf è uscito nel 1978 ed è un piccolo capolavoro di dettagli, colori, pagine fustellate che nascondono stanze e angoli di case familiari e accoglienti. La dolcezza e la pazienza di Dorotea si susseguono pagina dopo pagina fino all’arrivo di una notte di luna piena cosi realistica da sembrare di essere lì, tra quelle calde coperte.

Tortintavola Ma la torta dov’è? ha una narrazione  tipo cartone muto con scorrimento veloce. Le azioni sono rapide e collocate in diversi angoli della pagina, le narrazioni si sovrappongono e il lettore può narrare storie diverse. Ma ciò che accomuna tutto è la presenza di alcuni disturbatori che creano delirio e scompiglio.

Edito Beisler

Entrambi i silent book hanno in comune un dettaglio che trasmette subito casa, festa, famiglia, calore, amicizia e semplicità: una torta succulenta da condividere e gustare in silenzio guardandosi negli occhi.  Di domenica poi…ancora meglio. E la magia del silent book è siamo noi a decidere dove e quando si sviluppa la storia.

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