Nel 1700 leggere era considerato plausibile e accettabile solo se fatto ad alta voce.
Leggere da soli, per se stessi, era alquanto impossibile per due motivi: poche persone possedevano libri e ancora meno avevano il privilegio di poterlo fare in una stanza propria.
Nell’800 poi addirittura veniva considerato pericoloso leggere a letto a causa degli incendi che le candele potevano provocare addormentandosi con un libro in mano.
Per non parlare poi della vera ragione che considerava immorale leggere nell’intimità di una camera da letto, si rischiava addirittura di farsi una propria idea e decidere di cambiare il mondo.
Questo per dire che quello che a noi appare ovvio, in passato era una conquista.
I bambini abituati ad ascoltare storie a letto corrono rischi tutte le sere: trovarsi tra le braccia di un genitore o di tutti e due, ascoltare la voce di chi amano, ritrovarsi dentro una storia, riconoscersi nei personaggi, abituarsi lentamente all’idea che tra poco si dovrà dormire…e chissà voi quanti altri rischi gli fate correre tutte le sere.
Io sono grata a questa pratica apparentemente banale e vi regalo questi due titoli che mi hanno fatto correre il grave pericolo di dimenticarmi chi fossi e dove mi trovassi.
Sono entrambi di Kitty Crowther, si giuro che questa è l’ultima volta che parlo di lei.
Sono albi perfetti per finire qualunque giornata perché ti fanno pensare che tutto sommato c’è ancora spazio per la dolcezza, per la fantasia con cui riempire le Case sull’Albo, per sentirci bambini anche noi.
Lì sul quel lettino con il piccolo Orsetto, con la Custode della Notte, con Zhora, con Bo. Oppure su quella foglia di ninfea ad ascoltare i suoni della notte con Giacomo e suo papà.

Ho deciso che io rimango così, cullata da “grat…grat…cirp…splash!”.
E seguirò il consiglio di Mamma Orso.
“Scegli la stella che ti porterà fino a domani”.
